“Ah Dott.ssa quasi mi dimenticavo, che obiettivo mi devo dare per la prossima volta?”
“Non lo so, è difficile a dirsi, avremo il quadro un pò più chiaro proprio al momento del primo controllo”
Una delle cose che incuriosisce di più alla fine di una prima visita con lǝ dietista è capire in anticipo che calo ponderale ci si può aspettare nel corso delle settimane.
E’ una curiosità più che lecita, ma la risposta è molto più complicata di quello che ci si aspetta.
Sebbene esistano (anche) dei principi matematici che governano la dietetica, come il deficit calorico, non è possibile sapere in anticipo con esattezza cosa succederà nelle settimane che intercorrono fra una visita e l’altra.
I fattori in gioco sono molteplici e spesso per comprenderli è necessario che fra paziente e dietista/nutrizionista si instauri un rapporto che va oltre le poche (ma comunque importanti) cose che si iniziano a comprendere durante una prima visita.
OBIETTIVI A BREVE TERMINE (es. dalla prima visita al primo controllo)
Stabilire degli obiettivi a breve termine può essere un buono stimolo per alcune persone, ma è detto che sia così per tutti.
In alcuni casi sapere che il professionista che ci segue si “aspetta qualcosa da noi” può generare ansia o preoccupazione, emozioni che possono essere collegate a comportamenti disfunzionali.
Inoltre, per il professionista immaginarsi il peso perso nelle settimane non dovrebbe essere neanche così semplice.
Il calo ponderale durante le prime settimane di dieta (e ovviamente anche nelle settimane successive) dipende da tantissimi fattori, ad esempio:
- Attinenza generale alle indicazioni fornite
- Attività fisica svolta e dispendio energetico medio
- Stato di salute
- Storia del peso, rapporto con il cibo, con il corpo e in generale con le diete (se non è la prima a cui si sottopone)
- Ambito familiare e sociale
- Tempo a disposizione da dedicare alla preparazione dei pasti, all’attività fisica, alla spesa etc.
- Disponibilità economica
- Stress (lavoro, sfera privata etc.)
Tutti questi fattori possono influenzare l’andamento del peso, sia in senso generale, che circoscritto a specifici periodi: ad esempio può capitare che un mese sia eccezionalmente più ricco di impegni lavorativi e quindi il paziente si ritroverà con molto meno tempo da dedicare all’attività fisica, cosa che magari potrebbe non avvenire il mese successivo.
Alla prima visita di controllo sarà più facile fare il punto della situazione, attraverso il confronto diretto con lǝ paziente. In questo scambio si potrà:
- Valutare l’attinenza generale alla dieta e l’adeguatezza di quest’ultima ai bisogni dellǝ paziente
- Comprendere meglio il suo dispendio energetico medio e gli obiettivi di attività fisica (sostenibili) da porsi nel tempo
- Confrontarsi sulle criticità riscontrate dovute a lavoro/fattori personali/problematiche di salute etc. in modo da fornire consigli e indicazioni personalizzate
A quel punto parlare di obiettivi, ad esempio per il mese successivo, sarà più semplice e attendibile.
OBIETTIVI NEL MEDIO PERIODO (ad esempio da un controllo all’altro)
Nell’arco delle visite, quando si inizia a comprendere qualcosa di più sullǝ paziente, i suoi “punti di forza” e le sue “debolezze”, il suo modo di rapportarsi con la dieta, il cibo, l’attività fisica, etc. allora può avere senso definire degli obiettivi (se lo si ritiene utile e/o necessario).
E’ importante ricordarsi però che il calo ponderale non è governato solo da rigide formule matematiche, ma anche (e sopratutto) da fattori fisiologici spesso difficili da comprendere.
Per questo bisogna tranquillizzarci quando le cose non vanno esattamente come ci si aspetta, l’importante è avere un buon rapporto con lǝ professionista che ci segue, che può aiutare a comprendere meglio quali meccanismi regolano il calo ponderale.
OBIETTIVI NEL LUNGO PERIODO O OBIETTIVI “FINALI”
Se stabilire degli obiettivi a breve termine non è facile, quando si parla di “traguardi finali” la situazione si complica (quasi) sempre.
Quel “quasi” è rappresentato da quella piccola percentuale di casi in cui unǝ dietista/nutrizionista si trova davanti una persona che ha preso del peso in poco tempo e per un motivo ben definito: ad esempio se a giugno vai a fare una prima visita perché da gennaio a aprile hai preso 10kg perché hai avuto un infortunio che ti ha tenuto fermǝ e hai mangiato più del solito, porsi l’obiettivo di perdere quei 10kg persi potrebbe essere ragionevole.
Ma il più delle volte le cose non sono così semplici.
PESO IDEALE
Molto spesso quando una persona inizia un percorso dietetico pensa che esista un determinato peso ideale da raggiungere.
Il peso ideale in realtà, per come viene comunemente immaginato (ovvero un quantitativo di kg predefinito ideale per salute e, diciamocelo, estetica), è spesso un numero quasi privo di fondamento scientifico.
E’ un calcolo che viene fatto esclusivamente in funzione dell’altezza, con tantissimi limiti, su cui non si può sicuramente basare un percorso dietetico (se vuoi approfondire il tema ti consiglio di leggere il mio articolo dove parlo del perché il BMI andrebbe utilizzato sempre meno).
Più che di peso ideale bisognerebbe parlare di peso naturale.
PESO NATURALE
Il peso naturale è il peso che il nostro corpo raggiunge e conserva stabilmente nel tempo quando ci nutriamo secondo i nostri bisogni personali e fabbisogni nutrizionali, senza fare particolare restrizioni caloriche e senza mangiare oltre quelli che sono i nostri fabbisogni energetici.
Il peso naturale non corrisponde a nessun indice di massa corporea (BMI) predeterminato da statistiche o calcoli. È in buona parte determinato geneticamente (intorno al 70%), tiene conto dell’unicità della persona e si basa sulla scoperta e sulla costruzione del proprio equilibrio.
Il peso naturale non si calcola, si scopre.
Ti faccio un esempio con cui capirai meglio
Poniamo che tu sia persona di 1,65m. Inizi un percorso dietetico con un peso di 100kg (BMI: 36.7, sei classificatǝ come obesità di II grado) e alle analisi hai il colesterolo e la glicemia a digiuno alti.
- Nel giro di 6 mesi arrivi a 88kg (BMI: 32.3, passaggio da obesità di II grado a obesità di I grado), le analisi evidenziano un miglioramento di tutti i parametri di salute e la dieta ha favorito una perdita di peso piuttosto regolare, l’hai seguita senza particolare difficoltà e ti sta servendo molto per capire come mangiare con equilibrio
- Nei mesi successivi noti che il peso inizia a calare più lentamente, stai comunque mangiando bene, ma noti alcuni cambiamenti: magari l’attività fisica da “tutti i giorni” è passata a 3 volte alla settimana, magari c’è meno attenzione alle grammature, magari c’è stata qualche eccezione in più del solito etc. Insomma, mangi sempre bene, ma non con la stessa severità e con quel “bene e meno” che avevi i primi mesi .
- Questo ti porta ad assestarti sugli 85kg circa (BMI: 31.2 obesità di I grado – considerando che piccole variazioni del peso, in più o in meno, sono fisiologiche). Questi 85kg sono un peso che mantieni con facilità, anche dopo periodi più ricchi di “eccezioni” (ad esempio durante una vacanza).
- Nei colloqui con lǝ tuǝ dietista/nutrizionista riferisci di stare bene, di aver imparato a mangiare bene e con equilibrio, di aver comunque mantenuto una certa regolarità nel movimento che prima non avevi e di controllarti regolarmente con il supporto di un medico i parametri di salute più legati al peso (es glicemia, colesterolo, pressione etc.).
In una situazione come questa potresti (stiamo comunque inventando una storia!) aver trovato il suo peso naturale.
Questo è sicuramente un ottimo obiettivo da porsi (momentaneo o definitivo).
Eppure il tuo peso è ancora classificato come “obesità” nella scala del BMI.
Ma questo potrebbe non essere un problema per la tua salute, è il tuo medico e lǝ tuǝ dietista/nutrizionista che in base alla tua storia (clinica e legata al peso) possono darti una opinione valida in merito.
Perché se hai perso almeno il 5-10% del tuo peso e stai bene, se hai imparato a mangiare con equilibrio, se hai migliorato tutti i suoi parametri di salute (e ti controllerai nel tempo), se non hai una vita troppo sedentaria.. potrebbe non essere necessario perdere altro peso per stare bene.
E se vuoi continuare a perdere peso per un motivo estetico?
Va benissimo anche questo.
E’ un diritto sacrosanto voler perdere peso, qualunque sia la motivazione, l’importante è non lasciarsi eccessivamente influenzare da chi ti dice che devi farlo per forza perché “se no la salute”.
E SE PROPRIO VOGLIAMO PARLARE DI SALUTE..
Ricordiamoci che il BMI è un utile strumento di screening, ma non dovrebbe essere usato come unico parametro per fare diagnosi di obesità o, più in generale, definire se un soggetto è in salute o no.
Ti faccio un altro esempio per farti capire meglio.
- Se sempre quel soggetto di 85kg con BMI di 31,2
- Davanti alla stabilizzazione del tuo peso vieni incentivato a perderne ulteriormente e per favorire il deficit calorico la tua dieta viene resa più ipocalorica
- Il tuo peso riprende a calare, ma con fatica. Ti rendi conto infatti che cala solo con un’alimentazione eccessivamente proibitiva, magari con esclusione totale di alcune categorie di alimenti e con un’attività fisica molto intensa (e magari non sostenibile nel lungo periodo).
- Inizi a identificare determinati cibi come “nemici” o a vivere con disagio i pasti fuori casa (diventano momenti che possono generare abbuffate o comunque stimolare sensi di colpa costanti). Cominci a pesarsi compulsivamente per vedere se quel peso scende come sperato.
- Sei arrivatǝ a 80kg (BMI: 29,4), finalmente non rientri più nella categoria “obesità” designata dal BMI. Ma hai paura a saltare la tua sessione di attività fisica perché credi che questo possa farti riprendere peso, allo stesso modo hai paura dei pasti fuori casa, della pizza e di tantissimi altri alimenti che ti piacciono. La tua alimentazione è molto selettiva e ti senti molto frustratǝ perchè mangi sempre le stesse cose.
- E’ davvero questo ciò che si può considerare “salute”? Ma sopratutto, quante possibilità ci sono che tu riesca a mantenere questi 80kg?
E’ un esempio estremo ovviamente, perché non è assolutamente detto che una dieta ipocalorica porti ad avere un brutto rapporto con il cibo e con il corpo.
Ma può essere un buono spunto di riflessione, perché il rischio c’è e ogni percorso va affrontato con le opportune precauzioni.
OGNI PAZIENTE AVRA’ IL SUO PERCORSO
Ogni paziente ha una storia e un corpo a sé, ogni paziente avrà un percorso in cui gli obiettivi si costruiranno man mano nel tempo senza calcolatrici alla mano, ma con tanti strumenti diversi e il supporto di un team formato da medico e dietista/nutrizionista.
Il peso naturale è l’unico obiettivo da porsi ed è un qualcosa che non solo non si può calcolare, ma può anche non essere un valore statico.
Se pensiamo al paziente sopracitatǝ, magari arriverà un momento dove deciderà di mettere in atto ancora il deficit calorico, aumentando l’attività fisica e ritornando a un’alimentazione ipocalorica.
Magari perderà ancora peso e starà bene, magari si stabilizzerà su un peso minore rispetto a quello che abbiamo prima citato.
Magari per qualcunǝ il peso naturale corrisponde proprio al peso ideale stimato dal BMI.
Non esistono percorsi predefiniti, esiste solo la salute fisica e mentale del paziente.
4 risposte
Grazie Dottoressa! Ho capito anche se è difficile non guardare il peso dopo aver passato tutta la vita a lottare con i chili di troppo che magari non influivano sulla salute ma che purtroppo ti facevano sentire a disagio xché magari volevo vestirti in un certo modo ma la tua mole non te li permetteva! Adesso che peso 65kg! Peso forse mai raggiunto la paura di cadere in tentazione c è! E allora penso se peso meno magari posso permettermi di mangiate qualcosa in più! Ecco cosa succede! Grazie mille spero di riuscire ad seguire le sue indicazioni!
Ciao Rita.. il percorso per smettere di aver paura della bilancia è lungo e ricco di insidie 🙂 ma non bisogna mai smettere di ricordarci che la nostra priorità è stare bene, non un kg che oscilla
Volevo chiederle una cosa…quando so che l.attivita fisica è abbastanza ma non così tanta da modificare il raggiungimento del mio peso naturale?
Parlo da persona sottopeso
Con l’aiuto di un professionista puoi fare il punto sulla tua dieta, la tua attività fisica e perché no anche sul tuo benessere mentale (ovviamente con un percorso a parte) in questo modo potrai stabilire se le tue abitudini alimentari e di stile di vita stanno contribuendo al tuo benessere fisico o al contrario ti stanno facendo male..