Nei giorni scorsi una mia paziente mi ha mandato questo messaggio:
“Buongiorno Caterina, ho una domanda.
Come faccio a resistere agli attacchi di fame e alla continua voglia di dolce? E’ come se iniziassi a fare un passo verso l’alimentazione sana e poi inciampassi cadendo nel consumo di prodotti confezionati.”
Quando vogliamo perdere peso e iniziamo a seguire una dieta inevitabilmente ci poniamo in una condizione di restrizione calorica, ovvero mangiamo meno di quello che dovremo.
Può essere normale quindi avere degli attacchi di fame o sentire più del solito la voglia di dolce (anche quando la dieta è bilanciata), perché comunque stiamo mangiando “meno” rispetto a prima.
Gli attacchi di fame o la “voglia incontrollata di dolci” però, sono condizioni che dovrebbe presentarsi “una tantum”. Se sono quotidiane invece non vanno trascurate, ma approfondite (sia se stai seguendo un percorso dietetico, sia che tu stia gestendo in autonomia la tua alimentazione).
Il pensiero ossessivo verso il cibo
Avere dei momenti durante la giornata in cui il pensiero al cibo diventa quasi ossessivo non nasce da una presunta golosità, ma spesso da comportamenti o scelte disfunzionali e insostenibili.
Queste scelte possono riguardare il campo alimentare (e ora li analizzeremo), ma anche la tua vita sociale o lavorativa.
Pensa ad esempio a quanto i problemi che riguardano il lavoro o la famiglia possono portarti verso la fame nervosa.
Quando ti rendi conto che la ricerca del cibo diventa ossessiva la cosa più importante da fare non è pensare di essere sbagliati, troppo golosi o non abbastanza determinati.
E’ necessario fermarsi e chiedersi cosa c’è che non va, perché probabilmente qualcosa ti sta disturbando e sta diventando davvero poco sostenibile.
Più ti privi di un cibo, più il suo pensiero può diventare costante
Proviamo a limitarci al campo alimentare e vediamo quali possono essere delle scelte che condizionano il nostro rapporto con il cibo.
La condizione di privazione ad esempio, è quella che stimola di più comportamenti disfunzionali.
Quando tendi a sopprimere spesso i tuoi desideri (in questo caso desideri verso particolari cibi) il tuo cervello porta l’attenzione in modo persistente su ciò di cui ti privi.
Succede spesso durante una dieta troppo restrittiva, o quando più in generale abbiamo un atteggiamento molto severo nei confronti del cibo.
La suddivisione degli alimenti in “sani” e “non sani”, “giusti” o “sbagliati”, può portare facilmente a un ossessione (più o meno invalidante) per i cibi di cui ci priviamo.
Questo ti può portare o a ricercarli spesso o ad essere estremamente vorace quando li consumi, (perché non sai quando li rimangerai).
A un consumo vorace di determinati alimenti possono seguire sensi di colpa, che spesso ti inducono a tornare a una dieta molto restrittiva, innescando una catena senza fine.
Identificare gli obiettivi giusti
Spesso quando ci sentiamo a disagio nel nostro corpo e vorremo cambiarlo “a tutti i costi” rischiamo di fare scelte sbagliate.
Ci poniamo restrizioni quotidiane, oppure iniziamo diete restrittive dando poca attenzione a quello che sarebbe l’obiettivo più importante in assoluto: costruire un buon rapporto con il cibo e lavorare sulla percezione che abbiamo del nostro corpo.
Imparare a mangiare in modo equilibrato, inserendo con buonsenso nella tua alimentazione anche cibi che spesso sono catalogati come “proibiti”, è la scelta più sana che ci sia.
Perché, ad esempio, mangiare in serenità un biscotto a fine pasto, è molto più sano che privarsene creando dei pensieri ossessivi che poi magari ti portano a finirne una scatola intera durante una giornata “no”.
Se vuoi davvero stare bene e/o perdere peso in modo sano e duraturo, dovresti concentrarti prima sull’educazione alimentare e poi su tutto il resto.
Perché se come unico obiettivo ti poni quello di veder scendere il numero sulla bilancia, è come se provassi a costruire una casa senza fondamenta: magari per i primi tempi sta in piedi, ma al primo colpo di vento crolla tutto.
Cosa fare nella pratica?
Fermati, respira e procedi con lentezza.
Se hai appena iniziato una dieta o pensi di farlo è fondamentale che tu riesca ad affrontarla nel migliore dei modi e questi 8 consigli pratici potrebbero fare al caso tuo.
Ridurre il pensiero ossessivo verso il cibo è un percorso, devi portare pazienza e non avere paura a chiedere aiuto.
Queste indicazioni sono un buon punto di partenza per iniziare a vedere il tutto da un’altra prospettiva:
- Non avere l’ansia di volerti cambiare a tutti i costi, chiediti se nella tua alimentazione c’è qualcosa in cui vorresti migliorarti e se la risposta è affermativa lavora su quello più che sul numero della bilancia
- Concentrati sui piccoli cambiamenti quotidiani e sii felice dei tuoi miglioramenti, il peso non è un indicatore che può dirti se stai procedendo bene o male, solo tu lo sei perché sai da dove sei partita
- Non aspettarti chi sa quali modifiche nel tuo corpo all’inizio di ogni percorso, i primi passi non ti portano dove vuoi, ma ti tolgono da dove sei. Porta pazienza perché le cose (specie quelle grandi) hanno bisogno di un loro naturale tempo di maturazione
- Se hai fame forse è perché stai mangiando troppo poco o perché le tue abitudini alimentari non soddisfano le esigenze del tuo corpo. Non ridurre troppo il cibo durante i pasti principali, sono proprio loro che ti aiuteranno a gestire meglio la fame nella giornata (se vuoi approfondire l’argomento leggi questo articolo in cui spiego quali possono essere le cause degli attacchi di fame)
- Non auto-sabotarti e non avvilirti se tutto non procede in modo perfetto come vorresti
- La fame e la voglia di cibi specifici può essere legata anche alle nostre emozioni e non per forza alla fame fisiologica. Il cibo può diventare una valvola di sfogo quando siamo annoiati, tristi, ansiosi. L’emotional eating (condizione che lega appunto cibo ed emozioni) può essere passeggero o sporadico, ma se fa parte della tua quotidianità ti sarebbe davvero utile affrontare questo problema con l’aiuto dei giusti specialisti. Non sottovalutare l’emoziona eating, è spesso una battaglia che è difficile combattere da soli e rischia di diventare via via sempre meno gestibile. Se vuoi approfondire l’argomento ti consiglio di leggere questo articolo che parla proprio di come affrontare il problema.