Sai perché è (quasi) sempre facile seguire una dieta per un mese, mentre è (quasi) sempre complicato portarla avanti più di così?
Ci sono dei motivi puramente biologici che spiegano perché quando iniziamo a dimagrire facciamo fatica a rimanere a dieta.
La dieta più si protrae, più diventa un fattore di stress per il corpo (anche quando è necessaria, anche quando è equilibrata).
Un deficit calorico protratto manda infatti in allarme il corpo, che cerca il più possibile di preservare le energie, abbassando il metabolismo basale (circa 25Kcal per ogni Kg perso) e cercando in tutti i modi di farci mangiare:
- Aumentando il desiderio di cibo palatabile
- Diminuendo la capacità di saziarsi
- Aumentando il senso della fatica e della fame
Ma è proprio la fame la principale protagonista dei mesi successivi all’inizio di una dieta, indotta appunto da cambiamenti ormonali che avvengono nel nostro corpo in risposta alla mancanza di cibo:
I livelli di leptina, colecistochinina e insulina si abbassano e contemporanemente grelina e cortisolo si alzano.
E questo nel “dialetto ormonale” vuol dire solo una cosa: mangia tutto quello che trovi!!!
Strategie nutrizionali
Che fare allora per riuscire a continuare a seguire una dieta quando il corpo rema contro?
Anzitutto è importante accettare che non stiamo sbagliando qualcosa, che non c’è in noi qualcosa di sbagliato che ci porta a non riuscire a stare a dieta.
Allo stesso tempo però dobbiamo trovare un modo per proseguire il nostro percorso senza farlo diventare una via crucis.
E quindi possiamo:
- Assicurarci di aver messo in atto tutte le strategie utili a non patire inutilmente la fame, come non saltare gli spuntini, non privarci dei carboidrati, fare pasti bilanciati, non trascurare la quota di verdura ai pasti
- Migliorare la sostenibilità della dieta e renderla “più a nostra misura”, capendo se ci sono cose di cui ci stiamo privando che ci farebbero stare meglio o se al contrario stiamo mangiando cose che non sono adatte a noi o non ci piacciono
- Mettere in atto un timing personalizzato dei nutrienti, ad esempio distinguere le giornate più faticose dalle altre e incrementare l’apporto calorico dove può essere utile
- Agire su eventuali fattori di stress che ci rendono tutto più difficile, chiedendoci ad esempio se stiamo riposando in modo adeguato
- Ma sopratutto definire meglio e non trascurare mai il movimento e l’esercizio fisico
L’importanza del movimento
Se i livelli di fame aumentano e non riusciamo più ad essere rigidi come il primo mese, non è detto che questo rappresenti un problema.
Dipende dal nostro dispendio energetico: se il nostro corpo brucia e ha bisogno di energia probabilmente un aumento dell’apporto calorico non darà alcun tipo di problema.
Lo stesso vale per chi conduce una vita sedentaria e inizia a fare un pò di movimento proprio in concomitanza dell’aumento della fame.
Insomma, buoni livelli di attività fisica sono maggiormente associati al mantenimento della perdita di peso, perché aumentando il dispendio energetico in modo personalizzato ci si può tranquillamente permettere di aumentare l’apporto calorico della dieta senza aver paura che questo possa ostacolare la perdita di peso.
Anzi, ci permette di dimagrire meglio.
Continuare ad abbassare le calorie della dieta per correggere eventuali stalli del peso o rallentamenti della perdita dovuti all’aumento della fame porta a una totale insostenibilità della dieta e quindi a un suo probabile fallimento.
Per stare bene e dimagrire in modo salutare è necessario un approccio più ampio dove si considerano tutti i fattori che intervengono sul peso, non solo quello nutrizionale ma anche quello psicologico e delle stile di vita.